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La Covid dimostra che serve un nuovo modello di prevenzione

Credo che quello che 30 anni fa poteva sembrare eccentrico se non utopico, sia possibile, ma solo perché l’economia ha tutto da guadagnare a tenere a bada le epidemie. Le epidemie uccidono le persone ma anche i sistemi economici. Fino ad oggi la salute per l’economia e' stata un costo, da oggi in poi non puo' che diventare un investimento. Non piu' la salute compatibile con l’economia ma la salute compossibile per l’economia.

 

 20 APR - Ho notato che buona parte delle proposte sul dopo virus che leggo regolarmente su questo giornale, hanno un carattere prevalentemente assistenziale, cioè si preoccupano di migliorare il sistema sanitario con lo scopo di migliorare la cura del malato contagiato. Nel cuore dei più, evidentemente prevale la mai sopita preferenza per la cura, molto meno quella per la prevenzione sulla quale nessuno, dico nessuno azzarda una qualche riflessione, pur esaltandone ovviamente meriti e virtù.

 
Oltre la cura
Ma la cura nelle epidemie pur con ingenti impieghi di risorse e con misure imperative come il lockdown, si limita agli individui al loro corpo e alle loro libertà, ma esclude le economie e la salvaguardia dei sistemi sociali, per i quali servirebbe quella che nel linguaggio convenzionale si dovrebbe definire una “strategia di prevenzione”, ma che Obama con grande lungimiranza e acume definì in tutt’altro modo: “l’infrastruttura” per proteggere il mondo dalla globalizzazione dei virus.
 
La domanda che faccio è semplice: dando ovviamente per scontato che una buona cura resta fondamentale ma in futuro per combattere le epidemie che la globalizzazione ci regalerà, la strategia di punta sarà una cura migliore o una prevenzione migliore? Nel caso la risposta fosse la prima a giudicare da quello che leggo, il problema è già risolto cioè abbiamo già le soluzioni che servono, ma nel caso la risposta fosse la seconda e rammentando la fine ingloriosa che ha fatto la nostra prevenzione teoricamente posta al centro della riforma del 1978 nel nostro paese, mi chiedo quale prevenzione ci serve? Ma soprattutto come si fa a passare da una idea tanto logora e abusata come prevenzione a quella di infrastruttura? Cioè quale è il passaggio teorico e pratico che serve?

 
Il fallimento della prevenzione
Mi dispiace non condividere con i più, il primato della riparazione e dell’assistenza, ma dal punto di vista strategico, la vera sfida contro le future epidemie per me, oggi come ieri, resta la prevenzione non la cura. Curare le persone distruggendo le economie e i sistemi sociali, ha poco senso. Morire di fame o di virus non è una grande differenza. Il punto è che l’epidemia proprio nel punto di interdipendenza tra salute e economia ha dimostrato senza ombra di dubbio il fallimento del nostro sistema di prevenzione nel senso che se esso avesse funzionato come avrebbe dovuto l’epidemia sarebbe stata molto ma molto diversa e le conseguenze sull’economia meno tragiche.
Cioè il punto è che la parola “prevenzione” per come è stata declinata nella nostra esperienza sanitaria, difronte ad una pandemia non è adeguata, cioè è la classica arma spuntata, perché resta da un punto di vista epistemico un rottame cartesiano del passato.

 

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Pubblicato il 20/04/2020, nella categoria: Rassegna stampa