22 FEB - Sono allo stremo i veterinari pubblici veneti. Le emergenze che si susseguono senza sosta. Dopo lo scoppio della Blue tongue il Veneto è al centro dell’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità H5N8, con quattro focolai confermati in allevamenti delle province di Venezia, Padova, Rovigo e Verona. Cui si aggiungono due casi nel Mantovano, nelle vicinanze del confine veronese, che hanno interessato con la zona di sorveglianza, e tutte le restrizioni che questo comporta, parte del territorio e delle aziende venete.
Uno scenario preoccupante, anche perché gli organici sono ridotti all’osso e il sovraccarico dei compiti determinato dalle emergenze sempre più serie e incalzanti non può rappresentare una garanzia di risposta efficiente. Per questo i veterinari del Sivemp Veneto invitano le istituzioni regionali ad “un confronto serio e costruttivo” anche perché “La posta in gioco è altissima per la salute dei cittadini e per l’economia di una regione leader a livello europeo per l’agroalimentare
“Da novembre il virus minaccia l’Europa e la nostra Region – scrive il sindacato in una nota – con una densità elevata di allevamenti avicoli e la presenza di aree umide, in cui transitano gli uccelli selvatici migratori, è da sempre tra le aree ritenute a maggior rischio. Rischio che i veterinari di medicina pubblica del Veneto hanno ben presente e su cui da tempo richiamano l’attenzione della Regione. Ricordiamo che l’aviaria è una delle epidemie potenzialmente più rovinose per il comparto avicolo ed è al contempo una grave emergenza sanitaria per le caratteristiche zoonosiche del virus”.
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