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Botti di fine anno in Sanita'

Mentre infuria la polemica sull'uscita dal piano di rientro, la Regione avvia le procedure per selezionare il nuovo direttore generale. Secondo voci romane il successore di Moirano sara' uno dei grand commis del ministero

 

Un uomo dei conti e non un camice bianco a dirigere la sanità piemontese. Se i rumorssempre più insistenti, che ruotano attorno all’assessorato di corso Regina e non di meno al ministero della Salute, troveranno conferma, non sarà (solo) la situazione finanziaria complicata dal prolungarsi del piano di rientro a far arrivare a Torino, al posto di Fulvio Moirano, l’attuale direttore generale alla Programmazione sanitaria del dicastero Renato Botti. L’avere un nome di rilevanza nazionale, pescando dunque al di fuori dei confini regionali (dove pure personalità di spicco e valore nonmancano), sarebbe uno dei punti fermi della giunta e, soprattutto, del presidente Sergio Chiamparino. Che a lui tocchi la decisione finale, non deve affatto stupire: è stato egli stesso in più di un’occasione a rivendicare la scelta di Moirano, fatta ancor prima di essere eletto e, quindi ancor prima di formare la giunta.

Per avere la conferma sulle voci che circolano tra personaggi di spicco degli ambienti sanitaria nazionali, basterà attendere una ventina di giorni e anche meno: ieri è stato pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione l’avviso di selezione per la figura che dovrà sostituire l’ormai ex braccio destro (e sinistro, aggiungono i maligni per rimarcarne il grande potere) di Antonio Saitta, approdato in Sardegna per attuare l’unificazione delle attuali otto Asl in un’unica azienda con competenza sull’intero territorio dell’isola. Non servirà neppure attendere la decisione della giunta regionale per fugare dubbi circa l’arrivo di Botti: sarà, probabilmente, sufficiente vedere il suo nome tra quelli degli aspiranti. Se comparirà nella lista, difficilmente l’alto dirigente rimarrà al ministero dove era arrivato un paio di anno fa accompagnato da non poche polemiche, ma – a quanto si è sempre detto – voluto con decisione da Beatrice Lorenzin. Con la quale i rapporti non sarebbero tuttavia più così stretti e sereni come agli inizi. Tanto, forse, da far risultare attrattivo per l’alto dirigente anche un incarico più periferico, come quello in Piemonte, opportunamente rinforzato dal punto di vista economico con l’aumento disposto appena pochi giorni fa.

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Pubblicato il 21/10/2016, nella categoria: Rassegna stampa