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Sanita', paghe piu' alte ai manager

La Regione aumenta gli stipendi dei direttori delle aziende sanitarie. Tre fasce di retribuzione, al top il numero uno delle Molinette (150mila euro). Il successore di Moirano percepira' 180mila euro

Quando tornerà per dirigere la Città della SaluteFulvio Moirano si troverà uno stipendio che non gli farà rimpiangere quello che ha preso per poco più di due anni come direttore regionale della Sanità: ci rimetterà appena qualche migliaia di euro. Per i direttori di Asl e Aso di prima fascia (in cui stanno le Molinette e la futura azienda che accorperà la Torino 1 e 2) la giunta regionale ha infatti alzato la cifra dagli attuali 124mila a 150 mila, mentre le seconde fasce (Asl To2, To3, To 4, To5, Cuneo 1 e Alessandria) i direttori che oggi guadagnano (si parla sempre di lordo) 122mila saliranno a 135mila, infine la terza fascia (Biella Vercelli, Novara, VCO, Cuneo2, Asti e le Aso San Luigi, SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, Maggiore della Carità di Novara) passa da 120mila a 128mila.

Aumenti che scatteranno dal primo gennaio e che erano nell’aria da tempo “per allineare quanto più possibile la nostra alle altre regioni evitando così la fuga dei manager” che, negli ultimi mesi, ha segnato la sanità piemontese , come spiega l’assessoreAntonio Saitta. Ma la sensazione che le dimissioni di Moirano abbiano accelerato i tempi è difficile da fugare, anzi. Particolare da non sottovalutare, infatti, è la stretta connessione dell’incremento degli stipendi dei vertici delle aziende con quello del direttore regionale. La norma prevede che al braccio operativo dell’assessorato spetti una somma pari a quella del direttore di aziende di prima fascia, aumentata del 20%. I conti sono presto fatti: chi arriverà per sostituire Moirano guadagnerà 180mila euro, circa ventimila in più di quanto prendeva il manager voluto dal governatore sardo Francesco Pigliaru. E, coincidenza, 180 mila euro è la stessa cifra che adesso guadagna per governare la futura Asl unica sarda. “Pur avendo aumentato in maniera considerevole i compensi, non siamo ancora ai livelli di alcune regioni – specie per le seconde e terze fasce – come la Lombardia dove ci si attesta a cifre superiori ai 150mila euro, così come l’Emilia Romagna con analoghi parametri, mentre la Toscana paga dai 136mila ai 146mila e un po’ di più il Lazio. 

Tuttavia – osserva Saitta – il segnale che diamo ritengo sia forte e possa evitare al Piemonte di perdere manager, attratti da stipendi decisamente più elevati come è capitato fino ad oggi”.

 

 

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Pubblicato il 18/10/2016, nella categoria: Rassegna stampa